AI: Assistance to (our) Intelligence

Gino Tocchetti
4 min readSep 17, 2023

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Ava, Ex-Machina (2014)

Autonomo o Assistito? Si capisce che l’inaffidabilità delle AI, potenzialmente in grado di fare “tutto”, varia col compito che devono svolgere: se devono generare un’immagine stravagante o un testo di fantasia non si può dire che “sbagliano”, ma se devono rispondere su fatti verificabili o generare delle righe di codice allora è necessaria la supervisione attenta dell’umano. Inutile quindi impegnarsi nel listare interminabili elenchi di app, plugin o altri tool, suddivisi grossolanamente per problema affrontato, obsoleti prima di essere completati, e cerchiamo di capire dove permettono di creare maggior valore.

Quello che interessa qui, non è che siano pochi o tanti i compiti in cui affidarsi all’AI, ma quanto sia utile servirsene anche quando proprio affidabile non lo è, perfino quando non lo è affatto. Interessa il valore aggiunto nel processo per arrivare alla soluzione, perchè poi a quella ci pensa l’umano..

Trovo più opportuno guardare alle AI non come dotate tanto di un’intelligenza che può superare la nostra, quanto di quella sufficiente per assistere noi nell’applicare al massimo la nostra. Non mi riferisco tanto all’integrazione con informazioni procurate altrove, o con elaborazioni di dati che sembrano frutto di un ragionamento che a noi è sfuggito, quanto alla nostra capacità di individuare incongruenze prima che errori, alla capacità di identificare correzioni o workaround anche solo intuitivamente, e soprattutto all’esercizio a cui l’AI ci costringe, se vogliamo sfruttarla, di argomentare mancanze e imprecisioni affinchè possa indirizzarsi nel verso giusto.

Come con ogni valido collaboratore umano, la forza della collaborazione non si concretizza solo quando ci permette di raggiungere una soluzione al problema posto d’emblée, senza quasi sapere perché. Maggiore è il potenziale della collaborazione quando consente un’esplorazione congiunta, un continuo rimbalzo di ipotesi, reciproche esplicazioni, critiche e correttivi, integrazioni.

The Mentalist, Bruno Heller (2008–2015)

In questo l’AI può davvero occupare un ruolo rilevante in un team, o al fianco di un singolo professionista: sempre disponibile, sempre paziente, sempre volenterosa, sempre pronta a spiegare e ad approfondire. E non per ultimo, anche senza esplicite richieste, sempre pronta a stimolare una riflessione, a ripercorrere alcuni passaggi logici per valutarne la robustezza, a stimolare una formulazione esplicita anche dei pensieri più veloci e sottintesi che potrebbero nascondere qualche difetto o bias.

“Elementare, mio caro Watson”. Sappiamo bene che molte intuizioni e formidabili deduzioni di Sherlock Holmes sono ottenute grazie a l’interlocuzione col suo assistente, mai del tutto passiva e non priva di stimolanti contributi. Per non dire di Loyd che illumina la strada al suo Sir stando sempre un passo indietro.

E’ evidente come questi vantaggi generali, validi cioè per qualunque lavoro “intellettuale”, sono estremamente utili nel supporto alla relazione tra l’azienda o il professionista e i suoi clienti. Ho detto “supporto” perché credo che la formula più valida sia quella ibrida, senza pretendere di delegare tutto all’AI.

Sono sorpreso di come i nuovi modelli di smartphone, e le app disponibili, non rivelano ancora un particolare impatto, ma me lo aspetto veloce e radicale. (Intanto l’icona per accedere a ChatGPT è ora nella posizione di massima facilità di accesso sul mio).

Ma penso anche a tutte le attività in cui occorre fare emergere conoscenza di dominio (knowledge elicitation) o facilitare la formulazione di aspettative o intenzioni (problem setting). Più in generale tutto l’ambito della cosiddetta Business Analysis ne sarà positivamente influenzata: Current State Analysis, Process Modelling, Data Modelling, User Case…

Linkedin mi segnala questo utile riepilogo (probabilmente scritto con l’aiuto dell’AI) da cui sviluppare un proprio percorso di approfondimento ed esplorazione personalizzato: https://www.linkedin.com/advice/3/how-do-you-use-artificial-intelligence-analytics

Infatti a quale miglior consulente porre la domanda spontanea, come fare tutto questo, se non proprio all’AI? Non conl’obiettivo di ottenere una risposta definitiva, ma quello di avere un partner prezioso, uno stagista volenteroso, un interlocutore sveglio, col quale impostare e fare un lavoro che rimane comunque sulle nostre spalle.

#artificialintelligence #human #personalassistance #assistant #customercare #businessanalysis #knowledgemanagement

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Gino Tocchetti
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Written by Gino Tocchetti

Business Design, Corporate Innovation, Strategy Advisor

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