Hypnocracy: una mappa concettuale per orientarsi

Leggere “Hypnocracy” di “Jianwei Xun” è un’esperienza straniante e, insieme, chiarificatrice. Il libro non si presta a una sintesi lineare, né a una lettura “a tesi”: è piuttosto un paesaggio mentale, una rete di concetti, immagini, frammenti teorici e intuizioni che si rincorrono, si sovrappongono e talvolta si contraddicono. Un testo che non si limita a descrivere un fenomeno, ma che tenta di farci vivere — nel modo stesso in cui è scritto — la condizione che analizza: quella di una realtà ipnotica, fluida, discontinua, priva di un centro.
Ho cercato di costruire una mappa di lettura che permetta a chi legge di riconoscere ricorrenze, linee di forza, zone critiche. Un compito non facile perché questo libro non ha centri, non ha passaggi stabili e non ha traguardi, e anzi teorizza l’impossibilità stessa di creare mappe di orientamento. Anche il libro è scritto per ipnotizzare. Ho messo in gioco un po’ di intuizione, di passate abitudini, e soprattutto il bisogno di conforto mentre aumentava lo sgomento con la lettura. Ho cercato, insomma, di applicare quella stessa reality literacy di cui parla il libro.
Diagnosi — Dove siamo finiti?
Serve innanzitutto capire la natura del regime in cui viviamo. Non si tratta più solo di post-verità o fake news, ma di qualcosa di più pervasivo: una forma di potere che agisce sulla percezione, che trasforma il reale in flusso, e che ci coinvolge non come vittime, ma come complici.
Genealogia — Come ci siamo arrivati?
Nessun fenomeno nasce dal nulla. Il libro propone, più che una storia, una genealogia di questa condizione, fatta di dispositivi, ritmi, linguaggi e processi che hanno sedimentato negli anni una nuova architettura della realtà.
Navigazione — Come ci si muove al suo interno?
Se non possiamo semplicemente “svegliarci” dall’ipnosi, possiamo però imparare a viverci dentro con maggiore lucidità. Questa tappa raccoglie le strategie che il libro propone per abitare la trance senza esserne totalmente assorbiti.
Visione — Cosa possiamo fare davvero?
L’ultima tappa prova ad aprire un orizzonte. Non una soluzione, né una “via d’uscita”, ma la possibilità di trasformare la condizione ipnocratica in un’occasione per ripensare le forme della coscienza, della relazione, della resistenza.
All’interno di queste quattro tappe si articolano dieci macrotemi, emersi dalla lettura comparata di recensioni critiche e interpretazioni diverse. Questi macrotemi si articolano a loro volta in una 70na di temi: sono i punti chiave del libro, formulati come slogan, e come tali, autoesplicativi e di grande impatto emotivo. Spesso equivalenti a veri e propri pugni nello stomaco, e altre volte blandamente e subdolamente liberatori.
Alcuni temi avrebbero potuto essere collocati in più tappe, o seguire un ordine diverso. Una scelta andava comunque fatta: chi legge potrà sempre decidere di ricollocarli mentalmente altrove lungo il tragitto.
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Diagnosi
L’Ipnocrazia come regime della percezione
Il libro focalizza sulla nuova forma di potere, e ne fa il punto centrale. Il nuovo potere non impone né vieta: agisce più sottilmente, lavorando sulla nostra coscienza anziché sulla repressione diretta.
I concetti chiave del libro che riassumo qui sono:
Ipnocrazia come regime della coscienza. Non reprime né controlla: induce uno stato alterato permanente, un “sonno lucido”, una “trance funzionale”. (Felice Cimatti in Doppiozero). Agisce attraverso le narrazioni: le storie che consumiamo e in cui crediamo, influenzando la coscienza collettiva. (Ugo Morelli in PassioneLinguaggio).
Ipnocrazia come samādhi digitale. Xun suggerisce che lo stato alterato indotto dall’Ipnocrazia può ricordare un samādhi buddhista: uno stato profondo di immersione cosmica. (Felice Cimatti in Doppiozero).
L’ipnocrazia come campo percettivo, non come prigione. Non è una gabbia visibile ma un ambiente percettivo distorto, come l’acqua in un acquario: ci auto-sorvegliamo senza bisogno di controllo esterno. (Carlo Mazzucchelli in StultiferaNavis). Ipnocrazia come saturazione, non censura. Il nuovo potere non reprime il dissenso, lo ingloba, trasformandolo in una narrazione come le altre. (Redazione NazioneIndiana).
Trump e Musk come architetti della realtà. Sono presentati come esempi di manipolatori percettivi: costruiscono universi narrativi alternativi più influenti delle istituzioni. (Ugo Morelli in PassioneLinguaggio). Rischi per l’Europa e la regolamentazione digitale. Il nuovo paradigma ipnocratico legittima la smobilitazione dei meccanismi di moderazione e il sabotaggio del Digital Services Act europeo. (Redazione ReteControllo).
Frammentazione della realtà e moltiplicazione delle verità
L’effetto più evidente dell’Ipnocrazia è che la realtà condivisa si frantuma, lasciando il posto a molteplici versioni del mondo, spesso inconciliabili.
I concetti chiave del libro che riassumo qui sono:
Fine della verità oggettiva. Nell’Ipnocrazia non esiste una verità intersoggettiva: la realtà si è rotta in mille realtà, ognuna con i propri fatti, esperti e media. (Felice Cimatti in Doppiozero). Proliferazione di verità, non assenza. Il problema non è l’assenza di verità ma la moltiplicazione di verità concorrenti, che impediscono ogni resistenza unificata. (Carlo Mazzucchelli in StultiferaNavis). Fine della distinzione vero/falso. La realtà è diventata gassosa e frammentata, la distinzione tra vero e falso ha perso significato. (Redazione NazioneIndiana).
Ogni realtà ha i propri fatti. Le persone non credono a bufale perché ignoranti, ma perché vivono in sistemi di realtà diversi, ciascuno con la propria coerenza interna e i propri riferimenti. (Pietro Minto in Il Foglio). Dalla post-verità alla dissoluzione della realtà. La realtà non è più condivisa: si è frammentata in molteplici realtà parallele (le “reality bubble”), rendendo inefficaci fact-checking e debunking. (Pietro Minto in Il Foglio). Non più filter bubble, ma reality bubble. Le bolle informative non sono più semplici distorsioni, ma interi mondi cognitivi separati che coesistono, rendendo il dialogo tra mondi quasi impossibile. (Pietro Minto in Il Foglio).
I limiti della logica tradizionale. Le reazioni razionali (es. analizzare se un gesto di Musk sia nazista o no) non hanno più presa su chi è immerso in quella realtà narrativa: il problema è lo stato di trance stesso. (Pietro Minto in Il Foglio). Manipolazione delle percezioni oltre le fake news. L’Ipnocrazia non si limita a diffondere post-verità, ma trasforma radicalmente la percezione della realtà, modulando desideri e colonizzando l’inconscio. (Redazione ReteControllo). Confusione temporale come effetto dell’ipnosi. Il presente si dissolve, il tempo è rimescolato, e ogni critica viene assorbita in meta-narrazioni. (Redazione NazioneIndiana).
Crisi del pensiero critico e inefficacia del fact-checking
Il libro smonta ogni contestazione all’assunto iniziale, avvertendo che gli strumenti tradizionali non funzionano più. Per capire il motivo, bisogna guardare a come la realtà si è trasformata: non è più condivisa, ma frantumata in mondi paralleli.
I concetti chiave del libro che riassumo qui sono:
Frammentazione dell’attenzione come strategia. Il sovraccarico informativo esaurisce il pensiero critico e consente la penetrazione di suggestioni profonde. (Redazione NazioneIndiana).
Fallimento del fact-checking. Il fact-checking non funziona perché non si tratta di correggere errori, ma di abitare realtà differenti, inaccessibili l’una all’altra. (Felice Cimatti in Doppiozero).
Coinvolgimento del soggetto e complicità
A proposito del nuovo potere, il libro ci avverte che non subiamo soltanto l’Ipnocrazia, ma rischiamo di alimentarla noi stessi. Spesso senza rendercene conto, partecipando attivamente al suo funzionamento.
I concetti chiave del libro che riassumo qui sono:
Ogni gesto alimenta il sistema. L’individuo non è solo vittima, ma complice, perché ogni interazione digitale contribuisce a rafforzare l’ipnocrazia. (Redazione NazioneIndiana). Il soggetto come co-creazione con l’algoritmo. L’umano non è più solo manipolato: è coprodotto in una danza continua con i sistemi algoritmici, che ne modificano gusti, emozioni e identità. (Felice Cimatti in Doppiozero).
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Genealogia
Ruolo delle tecnologie e delle piattaforme digitali
Il libro approfondisce poi, come il nuovo sistema ipnocratico riesca a consolidarsi. Qui le tecnologie e le piattaforme digitali hanno un ruolo fondamentale, sia nel costruire che nel rafforzare questo sistema. Ma non sono solo gli strumenti, a quanto pare siamo anche proprio noi stessi.
I concetti chiave del libro che riassumo qui sono:
Social network come camere di induzione ipnotica Le piattaforme non connettono: riscrivono la realtà, propagano stati alterati di coscienza e assorbono ogni tipo di contenuto, anche quello dissidente. (Ugo Morelli in PassioneLinguaggio). Piattaforme digitali come strumenti ipnotici. I social non sono più spazi di comunicazione ma camere di induzione ipnotica, dove ogni contenuto alimenta il sistema. (Redazione NazioneIndiana).
Le intelligenze artificiali come generatori di realtà Xun definisce le AI generative (come ChatGPT o Claude) come “generatori di realtà”: ogni risposta genera una micro-narrazione completa, coerente ma non necessariamente vera. (Pietro Minto in Il Foglio).
Intimità algoritmica. Le esperienze più private sono plasmate da processi digitali: i desideri, l’amore, l’attrazione non sono più autonomi ma modellati da app e algoritmi. (Felice Cimatti in Doppiozero). Pessimismo come forma di cattura algoritmica. Anche la disperazione alimenta il sistema: è una forma di contenuto ad alta ingaggiabilità, usata per rinforzare l’ipnosi. (Carlo Mazzucchelli in StultiferaNavis).
Esempio: il video “Trump Gaza” Un video brutale e generato da AI, condiviso da Trump, diventa strumento di stordimento e propaganda, al confine tra derisione e spettacolarizzazione del dolore. (Redazione ReteControLOdio). Parallelo tra Trump e Musk. Musk ha adottato le strategie comunicative di Trump: presenza costante sui social, provocazioni, colpi di scena, diventando anch’egli “detentore dell’agenda” pubblica. (Pietro Minto in Il Foglio). Ossessione mediatica e attention hacking. Musk e Trump monopolizzano l’attenzione pubblica: ogni loro gesto o dichiarazione viene rilanciato in loop dagli schermi, creando un clima di inseguimento continuo da parte di media e cittadini. (Pietro Minto in Il Foglio).
Saturazione, assorbimento e neutralizzazione del dissenso
Le sole piattaforme non sarebbero sufficienti, e il libro pone in risalto come le modalità di utilizzo delle stesse siano determinanti nel disinnescare ogni critica al sistema ipnocratico, prima che si trasformi in una vera forma di opposizione.
I concetti chiave del libro che riassumo qui sono:
Ritmo ipnotico come tecnica di controllo Alternanza tra shock e calma serve a mantenere la coscienza in uno stato di instabilità continua. (Redazione NazioneIndiana). Linguaggio ipnotico e resistenza linguistica. L’Ipnocrazia opera anche sul linguaggio: saturazione semantica, cadenze ipnotiche, promesse utopiche. Bisogna opporre una sovranità linguistica. (Carlo Mazzucchelli in StultiferaNavis).
Ipnocrazia come saturazione e sovraccarico Non reprime: satura, ingloba, trasforma ogni opposizione in conferma, ogni critica in parte del flusso. (Ugo Morelli in PassioneLinguaggio).
Sovranità percettiva, attenzione e ritmo
Dunque, le piattaforme digitali di comunicazione e relazione sono lo strumento operativo per l’affermazione, preservazione e crescita del sistema ipnocratico, e gli stessi contributi personali ne sono il carburante. La modalità di fruizione delle stesse piattaforme amplifica il loro effetto complessivo. Tutto sembra giocarsi su come vengono dosati il tempo e l’attenzione, e come questi condizionino irrimediabilmente la percezione del mondo.
I concetti chiave del libro che riassumo qui sono:
Sovranità percettiva come posta in gioco. Non è in crisi la politica, ma la sovranità sulla propria percezione: la battaglia è tra architetture di coscienza, non tra ideologie. (Carlo Mazzucchelli in StultiferaNavis). Ritmo ipnotico come tecnica di controllo Alternanza tra shock e calma serve a mantenere la coscienza in uno stato di instabilità continua. (Redazione NazioneIndiana). Concetti chiave: edging algoritmico, sovranità percettiva, resistenza oscura. Sono strumenti per navigare un paesaggio dominato da realtà instabili e narrative ipnotiche. (Ugo Morelli in PassioneLinguaggio).
Linguaggio come strumento di dominio e resistenza
A proposito del linguaggio, il libro mette in risalto il suo ruolo ambivalente nella preservazione del sistema ipnocratico e contemporaneamente nella sua potenziale incrinatura. Il linguaggio, oltre a manipolare, diventa anche uno spazio in cui si gioca anche la possibilità di resistere.
I concetti chiave del libro che riassumo qui sono:
Ipnocrazia come manipolazione attraverso narrazioni. Il potere non agisce più tramite repressione o leggi, ma attraverso le storie che consumiamo, condividiamo e in cui crediamo. (Redazione NazioneIndiana). Potere gassoso e narrazione ipnotica. Viviamo in un’epoca di “potere gassoso”, dominata da figure come Donald Trump e Elon Musk che impongono narrazioni ipnotiche fondate sullo stupore e non sulla verità. (Pietro Minto in Il Foglio). Centralità del linguaggio nella riscrittura della realtà. La neolingua di leader come Trump, Milei o altri opinionisti italiani agisce cancellando parole e identità, anestetizzando il pensiero critico. (Redazione ReteControLOdio). Narrazioni ipnotiche come strategia di potere. Le narrazioni vengono innalzate progressivamente di livello, portandoci a reagire con incredulità o rassegnazione a provocazioni sempre più assurde. (Redazione ReteControLOdio). Discorso d’odio mitomane e maggioritario. L’Ipnocrazia alimenta discorsi d’odio travestiti da volontà popolare, che identificano continuamente nuovi nemici (migranti, minoranze, élite…). (Redazione ReteControLOdio).
Sperimentazione narrativa come paradosso. Il presunto “esperimento di Berlino” è forse inventato: un esempio per mostrare che la realtà come dato oggettivo non è più garantita. (Felice Cimatti in Doppiozero).
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Navigazione
Strategie di resistenza e navigazione
Il libro esplora anche quali risposte sono praticabili, e per quanto non sembri un ordine facilmente indirizzabile, vengono comunque fornite indicazioni. Appaiono di difficile attuazione, e il loro potenziale è tutto da verificare, ma non viene passato il messaggio di una dominazione assoluta.
I concetti chiave del libro che riassumo qui sono:
Lucidità nella trance: il concetto di ‘lucid trance’. Non si tratta di svegliarsi, ma di restare consapevoli anche dentro lo stato ipnotico, coltivando una trance lucida. (Carlo Mazzucchelli in StultiferaNavis). Non ci si sveglia dalla trance: si impara a navigarla, mantenendo un punto di consapevolezza e osservazione, un “nucleo pulsante e riottoso”. (Ugo Morelli in PassioneLinguaggio).
Concetti chiave come strumenti di orientamento. Xun propone concetti come edging algoritmico, sovranità percettiva e resistenza oscura per orientarsi nella nuova condizione. (Redazione NazioneIndiana). Versatilità contro fissità. Non serve una realtà alternativa fissa, ma la capacità di movimento ontologico, la “mobilità” tra le realtà. (Carlo Mazzucchelli in StultiferaNavis). Navigare tra realtà come forma di libertà. Libertà non è trovare un’“altra” realtà, ma muoversi tra più realtà senza rimanere intrappolati in nessuna. (Carlo Mazzucchelli in StultiferaNavis).
Critica integrata e neutralizzata. Ogni opposizione viene assorbita nel flusso, ogni critica trasformata in contenuto. Per questo non funziona “uscire dal sistema”. (Carlo Mazzucchelli in StultiferaNavis). Strategie di resistenza all’ipnocrazia. Secondo Xun, non si può combattere frontalmente l’ipnocrazia: si può solo osservarla, rimanere in tensione tra realtà simultanee, evitando di cristallizzarsi in una posizione. (Pietro Minto in Il Foglio). Necessità di non cedere alla rassegnazione. Non si tratta di cambiare il mondo “subito”, ma di raccogliere gesti, volti e speranze, opporsi alla rassegnazione e testimoniare resistenza. (Redazione ReteControLOdio).
Il soggetto manipolato e co-creatore. Siamo oggetti e soggetti della manipolazione, ogni esperienza autentica è subito mediata, catturata, trasformata in contenuto. (Carlo Mazzucchelli in StultiferaNavis). L’ambiguità come forma di libertà. Rifiutarsi di prendere posizione netta, restare ambigui, può essere un atto sovversivo in un sistema che ci impone di scegliere continuamente. Questo stato di ambiguità consapevole è lo spazio della libertà possibile. (Pietro Minto in Il Foglio). Resistenza tramite agende alternative Uscire dall’Ipnocrazia richiede non solo consapevolezza, ma pratiche e tavoli di convivenza, domande dal basso, difesa dei diritti e creazione di reti civiche. (Redazione ReteControLOdio).
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Visione
Prospettive evolutive e possibilità trasformative
Oltre la resistenza, il libro propone anche uno sguardo al futuro, se non di tipo sovversivo, almenno trasformativo. L’assunto è che l’’ipnocrazia può anche aprire a nuove forme di coscienza e convivenza.
I concetti chiave del libro che riassumo qui sono:
Ipnocrazia come occasione evolutiva. Paradossalmente, il regime ipnotico potrebbe preparare un salto di coscienza: usare gli stati alterati come portali di trasformazione, non solo strumenti di dominio. (Felice Cimatti in Doppiozero). Micropolitica della percezione. Non servono gesti eroici, ma pratiche quotidiane di attenzione e intenzione, atti di ‘sovranità ordinaria’. (Carlo Mazzucchelli in StultiferaNavis). Importanza della ‘reality literacy’. Serve un’alfabetizzazione ai sistemi di realtà, per navigare consapevolmente tra realtà diverse senza essere catturati. (Carlo Mazzucchelli in StultiferaNavis). Bisogna sviluppare una forma di alfabetizzazione alla realtà, per mantenere un nucleo autonomo e consapevole all’interno dei diversi sistemi di realtà. (Ugo Morelli in PassioneLinguaggio).
La sfida è ontologica. Non si tratta di lottare politicamente o tecnologicamente, ma di ripensare il modo stesso in cui si vive e si costruisce la realtà. (Felice Cimatti in Doppiozero). Contro tecnopessimismo e nostalgia Il libro rifiuta il ritorno a un’epoca idealizzata della verità oggettiva: invita a non temere il caos narrativo, ma a comprenderlo. (Redazione NazioneIndiana). Il libro invita a non rifugiarsi nel rifiuto della tecnologia, ma a comprendere e abitare in modo critico la nuova condizione. (Ugo Morelli in PassioneLinguaggio).
Resistenza invisibile come strategia praticabile. Xun propone una ‘resistenza invisibile’: tempo non ottimizzato, comunità non leggibili, gesti che sfuggono alla monetizzazione. (Carlo Mazzucchelli in StultiferaNavis). ‘Follia’ come intelligenza alternativa. Il progetto StultiferaNavis viene valorizzato: la follia come forma di intelligenza che non può essere algoritmicamente catturata. (Carlo Mazzucchelli in StultiferaNavis).
Fonti
- Hypnocracy: Trump, Musk, and the Architecture of Reality, Jianwei Xun, (2025) — Amazon
- Ipnocrazia. Trump, Musk e la nuova architettura della realtà, Jianwei Xun, trad. Andrea Colamedici, (2024) — Amazon
- IPNOCRAZIA. Trump, Musk e la nuova architettura della realtà, Redazione Nazione Indiana, (2024) — Nazione Indiana
- Siamo vittime dell’ipnocrazia del duo Trump-Musk, Pietro Minto, (2025) — Il Foglio
- I discorsi d’odio nell’era dell’“ipnocrazia”, Redazione, (2025) — ReteControLOdio
- Svegliarsi dall’Ipnocrazia, Felice Cimatti, (2025) — Doppiozero
- Jianwei Xun, IPNOCRAZIA. Trump, Musk e la nuova architettura della realtà, Ugo Morelli, (2025) — PassioneLinguaggio
- IPNOCRAZIA: intervista al suo autore, Janwei Xun, Carlo Mazzucchelli, (2025) — StultiferaNavis
- Interviste farlocche e Fact Checking, Carlo Mazzucchelli, (2025) — StultiferaNavis
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